L’agentive AI tra potenzialità, sfide e rischi 

Ora che abbiamo cominciato a sperimentare l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni nelle nostre vite quotidiane, immaginare di farne a meno sembra davvero impensabile. L’AI sta diventando parte integrante della nostra esistenza e si concilia con essa in modo fluido, seamless e affatto invasivo. Contribuisce quindi significativamente a cambiare il modo in cui gli esseri umani interagiscono con i computer. L’agentive AI, in particolare, può rivelarsi decisamente utile per via del suo approccio proattivo, autonomo e adattabile. Se istruita opportunamente, infatti, ha la capacità di eseguire attività in modo del tutto autonomo per conto degli utenti, imparando dall’ambiente, dalle esperienze pregresse, dalle abitudini e dallo stile di vita, senza aspettarsi istruzioni precise da parte degli esseri umani. 

Alla luce di questo, i vantaggi possono essere potenzialmente innumerevoli. Specie quando si tratta di eseguire attività ripetitive, l’agentive AI sarà in grado di automatizzare i processi consentendo alla persona di liberarsi dalle incombenze routinarie e di usare il suo tempo in modo più creativo, costruttivo ed efficace. Avendo osservato le interazioni tra utente e macchina, raccolto ed elaborato dati, imparato dalle varie circostanze verificatesi nell’ambiente mutevole, l’agentive AI ha il potenziale di fornire esperienze altamente personalizzate. L’obiettivo è quello di svolgere compiti al posto della persona in modo autonomo, sfruttando algoritmi avanzati e tecniche di apprendimento automatico per comprendere e prevedere le esigenze dell’utente, prendendo decisioni al suo posto e dunque svolgendo azioni che di solito richiedono l’intervento umano. 

Si tratta quindi di sistemi dal potenziale straordinario che potrebbero aprire scenari di sviluppo e innovazione decisamente interessanti, nell’ambito di diversi settori. Solo per fare qualche esempio, la personalizzazione degli agents potrebbe cambiare il nostro modo di abitare e trasformare le nostre case in abitazioni più intelligenti, imparando dalle nostre abitudini e dal nostro stile di vita. Nell’ambito della smart economy, invece, la personalizzazione della shopping experience mediante l’applicazione dell’agentive AI rappresenta una grande opportunità in termini di business e customer engagement. Grazie all’uso di algoritmi avanzati, le aziende avranno la possibilità di creare esperienze di acquisto altamente personalizzate per i loro clienti/utenti, di prevedere le loro preferenze e di offrire raccomandazioni su misura. 

In ambito lavorativo, invece, l’agentive AI può trovare applicazione nel caso della robotica collaborativa. Nel settore della logistica, per esempio, è possibile programmare macchine che operino in collaborazione con gli esseri umani nella produzione, nell’assemblaggio o nella consegna di prodotti. Si tratta di sistemi che si adattano ad ambienti mutevoli, programmati per svolgere compiti ripetitivi, anche pericolosi, con elevata precisione, efficienza e accuratezza, migliorando la restante parte del lavoro umano e comprendendo il linguaggio naturale così da essere nella posizione di interagire con le persone. 

Nell’ambito delle professioni dell’ingegno, invece, l’agentive AI ha la capacità di assumere il ruolo di un assistente personale e personalizzato e fornire così un supporto prezioso nelle aree creative, operando in modo fluido, specie davanti a compiti ripetitivi e dispendiosi in termini di tempo e di energie umane. Dal product all’interior e al game design, ma anche nella giurisprudenza, nella contabilità, nell’architettura, nel giornalismo, nella fotografia, nel cinema e nell’arte: le applicazioni possono essere potenzialmente tante e variegate.  

Anche nel lavoro di ufficio, l’agentive AI può significare un grosso aiuto nel disbrigo delle pratiche abituali. Si immagini, per esempio, un virtual agent che gestisce le email, risponde ai messaggi e alle telefonate, programma appuntamenti e aggiorna le agende o, ancora, effettua acquisti online di prodotti necessari o in via di esaurimento. Come fossero una sorta di assistenti personali virtuali, queste AI lavorano in background, accedono ai servizi per conto nostro e si fanno carico di svolgere mansioni complesse o ripetitive. Si tratta di tecnologie a cui delegare l’intero processo, capaci – come visto – di prendere decisioni in modo autonomo, impostare obiettivi e connettersi a sistemi terzi usando plugin avanzati.  

Per fare tutto questo l’agentive AI gestisce in modo indipendente l’interazione con i nostri device (smartphone, pc o dispositivi indossabili) così da qualificarsi come predittiva e dunque anticipare i bisogni delle persone. Necessario allo scopo è ovviamente l’accesso totale ai dati personali (comportamentali, contestuali, demografici, di preferenza, transazionali, sensoriali), e questo – come si leggerà a breve – desta non poche preoccupazioni. Infine, l’agentive AI può rivelarsi uno strumento prezioso anche per le persone con disabilità visto che è in grado di rendere la tecnologia più accessibile sotto molteplici versanti.  

Sfide e rischi 

Dal momento che l’agentive AI è in grado di prendere iniziativa, decidere e agire in autonomia come farebbe un essere umano, ciò significa che può in qualche modo imitare il modo in cui pensano le persone, sostituirsi a loro. Quindi, accanto ai numerosi vantaggi di cui si è parlato in questo articolo, è necessario fare alcune riflessioni su quale sarà l’impatto di queste tecnologie sulla società e sugli individui. L’uso di questi sistemi, infatti, solleva preoccupazioni di ordine etico e sociale e dunque pone alcune sfide con cui sarà di fondamentale importanza misurarsi.  

Tra i timori più grandi c’è appunto quello legato alla crescente autonomia dell’AI e alla sua capacità di prendere decisioni e iniziative in modo indipendente. In determinati contesti questo può spaventare, ecco perché è necessario usare sempre responsabilità e cautela nello sviluppo di questi sistemi, così da non andare incontro a conseguenze delle quali poi pentirsi. Altro cruccio molto diffuso è legato alla questione della privacy. L’agentive AI richiede l’accesso ai dati personali per funzionare in modo efficace, il che solleva questioni relative alla protezione delle informazioni sensibili degli utenti e alla sicurezza dei dati. Sarà dunque necessario studiare e mettere in atto misure che garantiscano agli utenti un funzionamento ottimale del sistema ma al contempo la garanzia della protezione dei loro dati personali, attraverso l’adozione di pratiche trasparenti 

Un’altra sfida cruciale è quella legata all’affidabilità e alla sicurezza delle decisioni prese dagli agentive AI. Se ci fossero carenze in questo senso, si andrebbe incontro ad effetti indesiderati particolarmente negativi, a cortocircuiti dalle conseguenze potenzialmente devastanti. E, ancora, va menzionato il rischio della personalizzazione estrema: se non gestita con attenzione, potrebbe esacerbare le disuguaglianze, accentuando il divario tra coloro che hanno accesso a tecnologie avanzate e coloro che ne sono esclusi. Occorre peraltro evitare, nell’addestramento delle AI, l’introduzione di bias discriminatori che potrebbero dar luogo a rischi pericolosi.  

In ambito lavorativo, inoltre, l’automazione di molte attività potrebbe modificare pesantemente lo scenario occupazionale. Come è noto, se le tecnologie emergenti creano nuove opportunità, rischiano anche di rendere obsolete molte professioni tradizionali. Servirà dunque un impegno per la riqualificazione della forza lavoro nei settori più toccati da queste innovazioni tecnologiche e per l’adozione di politiche che promuovano l’inclusione digitale. La tecnologia deve essere vista non solo come uno strumento di efficienza ma anche come un mezzo per migliorare il benessere sociale, riducendo le barriere e promuovendo l’equità. Come è stato osservato, l’agentive AI può contribuire concretamente al miglioramento della qualità della vita delle persone ma è più che mai necessario stare attenti alle sue implicazioni e promuovere un utilizzo consapevole e responsabile. 

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